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MAMMOGRAFIA 2D-3D

Cos’è la Mammografia?




La mammografia insieme alla ecografia (vedi ecografia) a alla RM mammaria va a costituire la parte diagnostica della Senologia, cioè quella branca della medicina che si occupa dello studio delle patologie della mammella.

La mammografia è un esame radiologico che consente di ottenere un’immagine sintetica e bidimensionale (2D) delle diverse componenti tissutali della mammella grazie all’utilizzo di raggi X (radiazioni elettromagnetiche ionizzanti) a basso dosaggio (di solito circa 0.7 mSv) in grado di attraversare i tessuti e sensibilizzare un elemento detettore sottostante (pellicola nella mammografia analogica, flat panel nella mammografia digitale) in base alla diversa densità (“compattezza, durezza”) delle strutture attraversate (vedi radiologia)..

La Tomosintesi anche nota come mammografia 3D o mammografia con tomosintesi, nel nostro Studio eseguita con un mammografo con Tomosintesi Hologic Selenia Dimensions di ultima generazione, è una particolare ed innovativa forma di mammografia digitale che consente di ottenere immagini tridimensionali (3D), cioè volumetriche, della mammella con un’unica scansione di breve durata. Le immagini vengono ricostruite in una serie di sottili strati ad alta risoluzione che possono essere visualizzati singolarmente o in modo dinamico. Si differenzia pertanto dalla mammografia che è una rappresentazione bidimensionale (2D) di una struttura tridimensionale per cui, geometricamente, tessuti appartenenti a piani diversi risultano sovrapposti nell’immagine radiografica, nella quale quindi eventuali alterazioni patologiche possono essere scarsamente visibili o nascoste da altre strutture non patologiche giacenti su piani differenti.

Il Mammografo con Tomosintesi Hologic Selenia Dimensions disponibile presso la nostra Struttura è altresì dotato del software di imaging 2D C-vista, per il quale nel maggio del 2013 Hologic ha ricevuto l’approvazione della FDA americana, che consente la ricostruzione di un’immagine mammografica 2D dai dati acquisiti tridimensionalmente in tomosintesi. In questo modo è possibile avere disponibile un’immagine sintetica 2D ad alta definizione, che si somma al pacchetto di immagini “a strati” ottenute con la tomosintesi, senza la necessità di eseguire una ulteriore mammografia standard, con conseguente diminuzione della dose, del tempo di compressione per la paziente e dei tempi complessivi di esecuzione dell’esame. In pratica a parità di tempo e dose è in tal modo ottenibile consensualmente un doppio esame: mammografia 2D e 3D! Con conseguenti chiari vantaggi per la affidabilità diagnostica….

I vantaggi della mammografia 3D eseguita con Hologic Selenia Dimensions sono quindi molteplici:

  • disponibilità di un pannello di multiple immagini (almeno 15) per mammella per proiezione, ognuna quindi relativa ad una singola “fetta” del tessuto mammario, invece di un’unica immagine complessiva 2D. Questo si traduce in un grande vantaggio per i seni difficili da valutare – ad esempio nei seni densi – che possono così essere analizzati più specificamente e in dettaglio;
  • possibilità di una ulteriore elaborazione delle immagini digitali ad alta definizione per mettere in evidenza eventuali alterazioni strutturali;
  • risoluzione dei problemi di sovrapposizione dei tessuti mammari, una delle maggiori cause di richiamo, di necessità di immagini aggiuntive negli esami mammografici 2D nonché di falsi positivi (individuare patologie invece non presenti);
  • riduzione complessiva dell’esposizione ai raggi X grazie al minor numero di richiami o della necessità di immagini aggiuntive;
  • più precisa localizzazione delle lesioni secondo tutte e 3 le coordinate spaziali avendo a disposizione molteplici immagini di singole “fette” della mammella, quindi su diversi piani;
  • riduzione dell’alta forza di compressione invece necessaria nella mammografia 2D.

A cosa serve

La mammografia digitale 2D e la mammografia con tomosintesi 3D sono entrambe utilizzate come strumento diagnostico per identificare patologie mammarie diffuse (infiammatorie,…) o focali (cistiche o neoplastiche, benigne e maligne).

L’indicazione clinica più comune per l’esecuzione di tali esami è il riscontro occasionale, più frequentemente nei quadranti superiori ed esterni, di un nodulo palpabile o addirittura visibile che il più delle volte è costituito da lesioni benigne (cisti, noduli displasici giovanili – fibroadenomi). Qualora si tratti di patologia maligna, il rilievo di un nodulo e l’eventuale associata presenza di ulteriori segni (arrossamento cutaneo, retrazione del capezzolo o della cute, secrezione ematica dal capezzolo,…) è in genere correlata ad una forma tumorale già avanzata e non più in fase precoce.

Il dolore è probabilmente il sintomo che più frequentemente mette in allarme ed induce la donna ad effettuare tali esami: è importante sapere che, in genere, le forme iniziali di tumore del seno non provocano dolore e quelle avanzate si associano ad altri segni (vedi sopra); qualora presente come unico sintomo, il dolore, spesso bilaterale, è generalmente e semplicemente provocato dalle naturali variazioni degli ormoni durante le fasi del ciclo.

Proprio in considerazione del fatto che la scoperta di un nodulo o la presenza di ulteriori segni può indicare una forma tumorale non più in fase iniziale, la mammografia 2D o 3D possono anche essere eseguite in assenza di segni o sintomi (prevenzione secondariadiagnosi precoce) al fine di diagnosticare la presenza di malattia prima che diventi clinicamente evidente, e quindi quando è più facile da curare con interventi più limitati e meno demolitivi. A tal fine possono anche rientrare nei programmi di screening regionale e nazionale.

L’associazione dell’ecografia alla mammografia consente di incrementare la sensibilità nella diagnosi di patologie mammarie, motivo per cui è sempre consigliabile siano eseguite contestualmente.

Esistono diversi fattori di rischio per l’insorgenza di tumore al seno:

  • l’età: più del 75% dei casi di tumore del seno colpisce donne sopra i 50 anni;
  • la familiarità: circa il 5-7% delle donne con tumore al seno ha più di un familiare stretto (sorella/e, madre, zia, nonna,…) con patologia simile (soprattutto nei casi giovanili). Sono stati tra l’altro identificati alcuni geni che predispongono a questo tipo di tumore: il BRCA1 e il BRCA2. Le mutazioni di questi geni sono responsabili del 50 per cento circa delle forme ereditarie di cancro del seno e dell’ovaio;
  • le terapie ormonali: è dimostrato che un uso eccessivo di estrogeni (i più importanti ormoni femminili) facilitano la comparsa del cancro al seno. Tutti i fattori che ne aumentano la presenza hanno pertanto un effetto negativo e viceversa (le gravidanze, che riducono la produzione degli estrogeni da parte dell’organismo, hanno un effetto protettivo);
  • la struttura della ghiandola mammaria: mammelle “dense”, con alta componente ghiandolare (definite gradi 3-4 della classificazione BIRADS), hanno maggior rischio di essere sede di patologia neoplastica;
  • l’obesità, il fumo, l’alcool e la sedentarietà (come in quasi tutte le forme di cancro).

Sono in qualche misura considerati fattori protettivi per l’insorgenza di tumore al seno:

  • la gravidanza e l’allattamento, condizioni fisiologiche nella vita della donna caratterizzate da bassi livelli di produzione estrogenica per la naturale sospensione dei cicli ovulatori;
  • lo stile di vita sano con un’alimentazione di tipo mediterraneo, una dieta ricca di frutta e verdura ed esercizio fisico moderato.

La mammografia 2D e 3D si rivolgono in generale alla popolazione femminile in età compresa tra i 40 e i 69 anni, fascia maggiormente interessata dalla patologia tumorale. Nelle donne sotto i 40-45 anni di età questa indagine è preferibile sia eseguita solo qualora esista una comprovata indicazione clinica, dato che a causa della elevata densità della ghiandola mammaria (seni “densi”) tipica dei soggetti giovani, si possono incontrare maggiori difficoltà a individuare alterazioni sospette; in queste età, con tali tipologie di mammelle, è preferibile il ricorso all’ecografia.

Indicazioni e Protocolli diagnostici

> Donne in età inferiore ai 40 anni:  consigliabile l’esame clinico associato ad ecografia. Associazione con mammografia nei casi di posizionamento di protesi e prima di ormonoterapia.

> Donne di età superiore ai 40 anni: controllo annuale con mammografia, ecografia e visita senologica.

> Donne a rischio con età inferiore ai 40 anni: nelle donne ad elevato rischio familiare si consiglia la mammografia associata ad ecografia ed esame clinico a partire dai 25-30 anni, in media dieci anni prima dell’età dei familiari più giovani colpiti da carcinoma.

> Donne a rischio eredo-familiare (con genetica positiva) con età inferiore ai 35 anni: esame clinico ed ecografia ogni 6 mesi + RM ogni anno.

> Donne a rischio eredo-familiare (con genetica positiva) di età superiore ai 35 anni: esame clinico ed ecografia ogni 6 mesi + RM e mammografia ogni anno

> Donne con linfonodi ascellari metastatici positivi all’esame cito-istologico ma in assenza di evidenza primaria del cancro mammario (carcinoma occulto – CUP syndrome): esame clinico, mammografia, ecografia, RM ed eventualmente, se altri esami negativi, PET.

La frequenza di esecuzione della mammografia nell’ambito dei programmi di screening è ogni due anni, ma in generale, al fine di diagnosi precoce, è consigliabile l’esecuzione circa annuale.

In base a quanto riportato nella CHARTA SENOLOGICA (SIRM 2004) è infatti importante che nell’approcciarsi a tali esami la paziente sia debitamente informata che:

  1. I vari esami diagnostici, anche se ripetuti con frequenza ≤ 1 anno, non possono evitare la comparsa del tumore alla mammella ma possono scoprirlo nelle fasi iniziali del suo sviluppo;
  2. la diagnosi tempestiva del tumore alla mammella nelle donne che si sottopongono annualmente agli esami senologici consente di ottenere la riduzione della mortalità fino al 50% con ricorso a terapie meno aggressive;
  3. il 15-20% circa dei tumori non è visibile con la mammografia per cui è necessaria l’integrazione con l’ecografia e la visita senologica; tale percentuale di insuccesso della mammografia può aumentare soprattutto in caso di mammelle “dense” (BIRADS 3-4) per le quali è quindi particolarmente utile il ricorso all’esame ecografico;
  4. per un più corretto percorso diagnostico è importante che tali esami clinico-diagnostici vengano eseguiti contestualmente dallo stesso medico specialista;
  5. nonostante l’esecuzione di più test diagnostici un 10-15% circa dei tumori della mammella non si lascia riconoscere e si rende evidente solo nel/i controllo/i successivo/i;
  6. è importante rispettare la periodicità dei controlli per recuperare in tempo utile alla cura i suddetti tumori già presenti ma non diagnosticati.

Esami eseguiti


  • ECOGRAFIA DELLA MAMMELLA
  • MAMMOGRAFIA DIGITALE
  • TOMOSINTESI MAMMARIA 3D


Info



  • C’E’ BISOGNO DI UNA PREPARAZIONE?
  • IN COSA CONSISTE L’ESAME?
  • CHI NON PUO’ ESEGUIRE L’ESAME?
  • QUANTO DURA?
  • COSA PORTARE CON SE?
  • QUANDO POSSO RITIRARE IL REFERTO?
C’E’ BISOGNO DI UNA PREPARAZIONE?

Non è necessaria alcuna preparazione. La paziente sarà invitata a scoprire il petto, rimuovendo inoltre collane, orecchini o altri monili metallici che si possono sovrapporre alle mammelle.

IN COSA CONSISTE L’ESAME?

La mammografia è una radiografia effettuata mediante un apparecchio dedicato, il mammografo, dotato di un supporto su cui si posiziona la mammella, subito sotto la fonte radiogena. La mammella deve essere opportunamente delicatamente compressa, mediante una piastra in materiale plastico trasparente, al fine di ridurne il più possibile lo spessore e facilitare la penetrazione da parte dei raggi X. La compressione infatti consente di:

–  ridurre la produzione di radiazioni diffuse, con conseguente miglioramento della definizione dell’immagine;

inibire eventuali movimenti (dell’organo o della paziente), che ridurrebbero la definizione e potrebbero sottrarre all’indagine le parti dell’organo più profonde e vicine ai muscoli pettorali;

ridurre la dose assorbita dato che minore è lo spessore della mammella minore sarà la quantità di radiazione necessaria per ottenere un’immagine ottimale;

evitare sovrapposizioni e pieghe cutanee.

Tale compressione, in relazione alla specifica soglia del dolore della paziente, condizionata dalla struttura del seno e quindi dalla fase del ciclo mestruale in cui viene effettuato l’esame nonché dalla componente psicologica, può arrecare qualche fastidio; se prontamente segnalato il medico o tecnico esecutore cercheranno di limitarlo adeguando la compressione per ridurre il più possibile il discomfort che, comunque, dura solo il breve tempo (pochi secondi) necessario per l’esame.

Per ridurre quanto più possibile il fastidio provocato dalla compressione, nonché per migliorare l’interpretazione delle immagini risultanti, è in generale consigliabile eseguire, se possibile, questo esame subito al termine del ciclo mestruale (7-10 giorno del ciclo).

L’esame mammografico standard comprende 2 distinte proiezioni:

  • Proiezione cranio-caudale (CC)
  • Proiezione obliqua medio-laterale (MLO)

a cui eventualmente aggiungere ulteriori proiezioni (laterale, con compressione mirata, con ingrandimento,…).

La Tomosintesi 3D è eseguita in maniera del tutto simile alla mammografia, da cui se ne differenzia solo per il fatto che la fonte radiogena, sovrastante la mammella, invece di essere fissa compie un arco di circonferenza di 15° e ruotando esegue radiografie del seno a diversi angoli di proiezione; le immagini digitali, acquisite a bassa dose, sono poi opportunamente combinate per ricostruire le sezioni a diversa profondità.

CHI NON PUO’ ESEGUIRE L’ESAME?

La mammografia e la Tomosintesi, utilizzando radiazioni elettromagnetiche ionizzanti (raggi X), sono controindicate nelle donne in stato di gravidanza. Accertata o presunta, dovrà sempre essere premura della paziente informare il medico radiologo, che a seconda del caso, deciderà se è opportuno svolgere l’esame richiesto ed eventualmente chiederà di indossare opportuni presidi di protezione in dotazione presso la Struttura (giubbotti e grembiuli anti-X piombati, protezione piombata per gonadi,…).

L’intervallo di età e la periodicità con cui viene effettuato lo screening mammografico su donne senza segni o sintomi sono stabiliti in modo che i benefici di una diagnosi precoce sovrastano i possibili rischi legati alle radiazioni.

QUANTO DURA?

La durata della mammografia è assai breve, dell’ordine di 2 secondi per esposizione.

La tomosintesi, eseguita con apparecchio Hologic Selenia Dimensions dura meno di 4 secondi per proiezione.

COSA PORTARE CON SE?

Quando ci si reca a sostenere l’esame, occorre portare con sé: le prescrizioni del proprio medico o specialista, la tessera sanitaria; gli esami precedenti, se disponibili, per consentire eventuali confronti.

QUANDO POSSO RITIRARE IL REFERTO?

Il referto, salvo diverse indicazioni da parte della Direzione, può essere ritirato a partire dal giorno successivo all’esecuzione dell’esame. Solo in caso di urgenza, il referto potrà essere ritirato subito dopo l’esecuzione dell’esame, compatibilmente coi tempi tecnici di elaborazione e refertazione.


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Summary
Service Type
Mammografia 3D - Tomosintesi
Provider Name
Studio di Radiologia Memeo - Andria - Mammografia 3D - Tomosintesi
Area
Andria, Barletta, Trani, Bisceglie, Corato, Canosa, Minervino Murge, Spinazzola, San Ferdinando di Puglia, Margherita di Savoia, Trinitapoli
Description
Studio radiologico Memeo ad Andria (Barletta-Andria-Trani) effettua esami di Ecografia e Mammografia: Ecografia mammella, Mammografia digitale, Tomosintesi Mammaria 3D per diagnosi di tumore alla mammella.
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